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Paolo Verri

Paolo Verri

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Che cos’è per te l’ottimismo e cosa vuol dire per te essere ottimisti?

Ottimismo è svegliarsi la mattina ed essere felice per la giornata lavorativa che mi aspetta. Per me è l’essenziale della vita, è lavorare a progetti che ti rendono felice perché ti piacciono, e sapere che realizzandoli, questi progetti, renderai felici altre persone.

L’ottimismo è come l’amicizia per Harry Potter: indispensabile.

Credi che l’ottimismo possa davvero essere contagioso?

Ovvio che sì. Io lavoro per rendere felici gli altri e vedo chiaramente che questo funziona. Anche con i colleghi: l’ottimismo è una forza che ‘traina’ anche il team che lavora con te. Senza ottimismo non esisterebbe il gusto di affrontare e vincere una nuova sfida. E’ un contagio vitale indispensabile.

Quanto è importante per te che il lavoro sia affrontato con entusiasmo? L’entusiasmo ti guida nelle tue scelte? E se sì, quanto?

Ritengo fondamentale che il lavoro venga affrontato con entusiasmo.
Se non si è entusiasti del proprio lavoro, c’è qualcosa che non va. Le pochissime volte che non sono stato soddisfatto del mio lavoro, che l’ho svolto senza entusiasmo, l’ho cambiato.

La collaborazione tra persone tra aziende deve diventare energia secondo te?

Oggi non esiste più la differenza fra persone e aziende: un’azienda è fatta di persone, e trasmette all’esterno l’energia delle persone che in quella stessa azienda lavorano. E, a sua volta, quella energia si trasmette alle persone che lavorano dentro altre aziende.

Oggi per fortuna non esistono quasi più barriere fra ‘contenitore’ e ‘contenuto’: gli obiettivi sono (quasi sempre) condivisi e convergenti.

Possiamo dire che nel 2020 non ha più senso fare distinzione fra azienda e persone che la compongono: e questo è fare azienda oggi.

Che cos’è per te il profitto? In quale relazione ritieni ci debba essere tra profitto e soddisfazione personale?

Intanto mi pare che negli ultimi anni sia emerso chiaramente il concetto che il profitto non è denaro e che l’equazione denaro = profitto non funzioni più. Il denaro è uno strumento sociale per relazionarsi con gli altri, è un mezzo di scambio. Oggi più che il denaro ciò che ti dà valore è la reputazione – che ad esempio in Cina vale soltanto più quella. La reputazione, sia reale che digitale, sta diventando sempre più il metro con cui si dà valore e quindi si misurano le persone. Però attenzione: perché questa misurabilità è pericolosa, in quanto limita il libero arbitrio di ognuno di noi. È più che mai necessaria, dunque, la responsabilità nel giudizio e nella valutazione degli altri. Veniamo poi alla domanda: per me il profitto coincide proprio, anzi è il contenuto della soddisfazione.

Il vero profitto di ogni cosa che faccio è la soddisfazione, non solo quella che provo per me stesso, ma anche quella che vedo in tutti gli altri, che alla fine sono contenti del risultato ottenuto.

Il profitto e quindi la soddisfazione (diciamo ‘collettiva’, ndr) sono proprio l’obiettivo finale di un organizzatore culturale.

L’unica costante nella vita è il cambiamento. Quanto è importante secondo te la flessibilità di pensiero nell’affrontare cambiamenti nella vita?

Più che flessibilità io parlerei di resilienza. Ho conosciuto negli anni persone molto rigide, e penso che nel confrontarsi con loro sia importante essere resilienti.  La resilienza permette l’esistenza della biodiversità umana, perché rende possibile l’accettazione dell’altro come persona diversa noi, come soggetto che non la pensa come noi. In questo senso, la resilienza va intesa anche come comprensione, apertura mentale nei confronti dell’altro. E ti permette anche di cambiare idea.

Chi è

Paolo Verri

Paolo Verri, manager di strategie e processi urbani, turistici e culturali, ricopre la carica di Executive Director di The Genova Grand Finale della Ocean Race 2021 – 2022, la più importante e prestigiosa regata attorno al mondo.

Negli anni 90, è stato il direttore del Salone del Libro di Torino, città in cui è nato nel 1966 e in cui ha diretto anche il piano strategico dal 2000 al 2006 e, nel contempo, le attività di avvicinamento e lo Sponsor Village nel corso delle Olimpiadi invernali.

Dal 2007 al 2011 ha diretto i festeggiamenti dell’Unità d’Italia e dal 2011 al 2020 ha lavorato a Matera, prima coordinando la candidatura vincente della città lucana a capitale europea della cultura, poi dirigendone tutti gli eventi tramite l’apposita Fondazione. Ha lavorato anche ad Expo Milano 2015 come responsabile del palinsesto eventi del Padiglione Italia.

È docente a contratto presso l’Università Cattolica di Milano e allo IULM ed ha svolto importanti consulenze sul tema dello sviluppo urbano collegato ai grandi eventi.


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