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Eliana Bruna

Eliana Bruna

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Sei ottimista? Dacci la tua definizione di ottimismo in “10 parole”.

L’ottimismo è tutt’altro che un concetto aleatorio, richiede una “concretezza” solida. Essere radicati alla terra, alla natura e alle cose semplici è una condizione necessaria per avere uno stile di vita ottimista.
Altra qualità imprescindibile è, senza dubbio, la “flessibilità”: quanto più si ha spirito di adattamento al contesto, tanto più si può credere nel fatto che potrà andare meglio e che si potranno trovare soluzioni di continuità per uscire da momenti di impasse.
Non meno importante è il “desiderio”: essere capaci di connettersi con i propri desideri e di mantenerli vivi anche nei periodi più bui, significa avere il carburante per alimentare l’ottimismo.
La “perseveranza”, poi, alimentata dall’ottimismo, ci permette di non mollare anche quando facciamo fatica.

Una delle qualità che io preferisco dell’atteggiamento ottimista è la “curiosità”. Quella che hanno i bambini che stanno scoprendo il mondo e per i quali ogni cosa ha in sé una quota di “meraviglia”… Ecco, la curiosità che permette di meravigliarsi è, a mio avviso, l’elemento centrale e fondante di uno stile di vita positivo, ottimista.

C’è poi una caratteristica che può suonare un po’ controintuitiva ma che credo sia necessaria per poter essere ottimisti: la “responsabilità”. Quando ci si assume la responsabilità dell’atteggiamento che assumiamo di fronte alle cose della vita, ecco che ci si può scoprire pro – attivi nel costruire una quotidianità permeata dall’ottimismo e dalla positività. Accanto alla responsabilità è d’obbligo, però, cercare di mantenere viva la “fantasia”: senza fantasia, motore della “creatività”, è difficile combattere la rigidità degli schemi che ci siamo costruiti e che ci tengono fermi nella situazione disagevole. In ultimo, ma non meno importante, ciò che alimenta l’ottimismo, a mio avviso, è la “progettualità”: è solo avendo progetti da realizzare, piccoli obiettivi realizzabili da raggiungere, che il nostro spirito e la nostra mente possono sentirsi costantemente in movimento e attivi.

Raccontaci la tua “storia di ottimismo” ovvero in quale momento un approccio ottimista ha giocato un ruolo attivo nella tua vita e ti ha aiutato a superare un ostacolo o gestire un cambiamento.

Fin da piccola ho dovuto fare i conti con “l’imperfezione della vita”, delle relazioni e delle situazioni che ci troviamo ad affrontare. Proprio in questa imperfezione, ho capito che l’ottimismo era un vestito comodo per potermi muovere agilmente e non stare ferma a soccombere all’incertezza, al dolore e alla solitudine. L’ottimismo mi ha guidato come un faro guida le navi nel mare in tempesta verso la terra, facendomi scoprire direzioni alternative e sicure affinché io potessi evitare lo schianto. Ho scoperto che l’ottimismo può essere un buon carburante per la tenacia con la quale ho affrontato e superato le prove a cui sono stata sottoposta, a volte mio malgrado.

L’ottimismo mi ha fatto capire che la resa non è mai la soluzione e che se avessi preso in mano la situazione avrei potuto decidere di dare alla mia vita la direzione migliore tra quelle disponibili.

Avere uno stile di vita colorato di ottimismo e speranza, mi ha permesso di capire che in ogni momento buio si può accendere una luce che ci orienta, che ogni problema ha in sé la soluzione se sappiamo guardare con attenzione e che il detto:” ciò che non uccide fortifica” ha in sé un grande verità, concreta e reale. Nella mia vita professionale, e non solo, mi ispiro ad una delle mie “maestre”, Virginia Satir che sostenne una cosa fondamentale: “la vita non è ciò che dovrebbe essere. E’ com’è. E’ come l’affrontiamo che fa la differenza”. Ecco questa massima che ci richiama al realismo più puro, mi è stata di molto aiuto nel comprendere che spesso la vita non coincide con i nostri desideri ma non per questo dobbiamo abbandonare il nostro cammino. Anche se non possiamo cambiare ciò che succede, possiamo scegliere l’atteggiamento che adotteremo per affrontarlo e io, da sempre, ho scelto l’ottimismo e ho potuto constatare che un atteggiamento ottimista è in grado di influenzare positivamente il nostro umore ma anche l’esperienza globale dei nostri percorsi.

Come contageresti un pessimista o un consiglio che daresti a chi ottimista non è?

Credo che i pessimisti siano persone a cui sono mancati ascolto, accoglimento delle loro emozioni e incoraggiamento. Quindi, non credo che farei cose particolari se non ascoltare, accogliere e incoraggiare. Sono certa che ognuno abbia in sé le risorse per poter sviluppare un atteggiamento ottimista. Bisogna solo dirgli questo: “puoi riuscire a farlo”. “Come”, lo possono scoprire da soli.

Chi è

Eliana Bruna

Eliana Bruna, psicoterapeuta sistemico relazionale e familiare, lavora con donne in gravidanza, neo mamme, famiglie coppie e individui. Una delle qualità che preferisce dell’atteggiamento ottimista è la “curiosità”. Quella che hanno i bambini che stanno scoprendo il mondo e per i quali ogni cosa ha in sé una quota di “meraviglia”…


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