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Federica Balestrieri

Federica Balestrieri

Maria Cristina Caccia
  • Energia, grinta, entusiasmo. Ascoltare Federica Balestrieri, giornalista sportiva, ex volto noto Rai dove ha lavorato fino al 2016, è un’esperienza motivante, una di quelle che ti fanno venire voglia di lasciare tutto, tutti e partire.

Energia, grinta, entusiasmo.

Ascoltare Federica Balestrieri, giornalista sportiva, ex volto noto Rai dove ha lavorato fino al 2016, è un’esperienza motivante, una di quelle che ti fanno venire voglia di lasciare tutto, tutti e partire. Già perché la sua passione per i viaggi intorno al mondo è diventata la sua Musa ispiratrice per quella che lei definisce la sua “seconda vita”. Anzi, lei vorrebbe vivere più vite e come si fa, quindi, a non definirla un’anima ottimista? Lei si considera semplicemente un’ appassionata di Vita e di culture locali, e di questa passione, salute permettendo, ha cosparso il suo nuovo progetto professionale, tra produzione di abbigliamento minimalista, vendita su piattaforma e-commerce e viaggi in solitaria, per incontrare popoli e la loro artigianalità.

Parliamo di ottimismo, come lo definiresti?

Ottimismo significa vedere una possibilità nella criticità, sapendo coglierla in tempo. L’ottimista ci crede, ci prova sempre, si mette in gioco ed è pronto al cambiamento. Il tempismo è l’aspetto fondamentale: non basta trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Bisogna scegliere di saltare sul treno che ci passa davanti, altrimenti se lo guardiamo e basta, non cambierà mai nulla.

Come essere ottimisti se la vita presenta degli ostacoli?

Dobbiamo imparare a cambiare prospettiva, sempreché la salute sia dalla nostra parte, altrimenti abbiamo altri pensieri da gestire. Detto questo, ecco che gli ostacoli possono rivelarsi come occasioni da sfruttare a nostro vantaggio. Il pessimista, al contrario, è talmente pieno di dubbi che lascia passare il fatidico treno, senza quasi neanche accorgersene e per lui ogni ostacolo è un motivo per non provarci. Cosa conviene, allora? Buttarsi e accettare le sfide e rischiare di essere felici oppure rimanere all’ombra dei timori? Io preferisco la prima scelta.

Hai un esempio di ottimismo che porti nel cuore?

Il caro amico Zanardi, per cui ho prodotto il primo DVD che racconta la sua vita, dal titolo A modo mio, che ha pure ricevuto il premio Gianni Brera, nel 2001. Un racconto che inizia con Alex alle prese con le gare di go-kart, per arrivare all’ultimo allenamento in vista della sua prima Paralimipiade come handbiker. Lui, per me, è sempre stato un modello. Ci siamo conosciuti negli anni ‘90, quando era in Formula 3 e io lavoravo come giornalista sportiva in Rai. Tutti ricordano cosa accadde quando si svegliò nel letto dell’ospedale di Berlino, privo degli arti inferiori: non imprecò contro il destino, ma iniziò a pensare a tutto quello che avrebbe potuto fare senza gambe. Una reazione ai confini dell’umana comprensione, ma lui è ripartito da una condizione che, per altri, sarebbe stata a dir poco intollerabile.

L’ottimismo può essere un volano per il cambiamento. Tu ne sai qualcosa, infatti nel 2016 …

Ho sempre pensato che la vita è breve, che voglio fare una marea di cose, che vorrei vivere diecimila vite. Ogni volta in cui arrivo all’aeroporto, vedo persone al gate con un cartello che riporta nome e cognome: io vorrei essere quel nome per mettermi nei suoi panni e conoscere la quotidianità di quel luogo.

Sapevo che, non solo avrei lasciato la Rai, ma che avrei cambiato vita, prima o poi. Se vuoi farne più di una, devi chiudere quello che stai facendo e aprire un altro capitolo. La seconda vita inizia quando capisci di averne una sola. E finché la salute ci assiste, le opportunità non possono mai mancare. Mi sono licenziata, nel 2016. Non avevo alternative, così ho continuato a occuparmi di Riscatti, la Onlus che ho fondato nel 2015, un po’ più a tempo pieno. Poi sono ripartita dalla mia passione per i viaggi. Ho iniziato a far visita a paesi asiatici, osservando l’artigianato, i tessuti, soprattutto delle minoranze etniche, vista la mia attenzione per il sociale. Così mi sono avvicinata a produttori del luogo per creare una mia linea di abbigliamento minimalista che ho definito Dress more with less. Vado in India, ogni anno, da sola, oppure mi sposto in altri Paesi e osservo la produzione locale, i tessuti, invento le collezioni. Mi sto divertendo in questo progetto che già sta ripagando i miei sforzi e gli investimenti con molto successo e sto godendo la libertà di poter contare su di me, seppur con le difficoltà del caso che non mi hanno mai, fortunatamente, spaventata.

Un aneddoto positivo che vuoi condividere?

Tempo fa ho trovato una vecchia penna di Cartier che mi regalò mio padre, mancato da poco, seguito, poi, da mia mamma, tra il 2020 e il 2021. Ripiegata nell’astuccio, ho ritrovato (veramente, è stato mio marito a notarla) una lettera, scritta a mano da papà, in cui mi diceva: “Questa penna la regalo a te perché è più adatta a te (mi avevano da poco assunta alla Rai dopo otto anni di precariato). Ti auguro di riuscire in ciò che vuoi. Ricordati di seguire sempre il tuo cuore: spesso non sarà la via economicamente più redditizia, ma sarà la più adatta a te”. L’aspetto meraviglioso è che l’ho trovata in un momento in cui stavo per prendere una decisione molto importante: destino? Coincidenza? Sicuramente, un’emozione allo stato puro.

Hai parlato di abbigliamento, ci racconti del tuo nuovo progetto?

Ho creato Dress more with less, nel 2017. Creo abiti, ricami, ispirata dai miei viaggi.  Lavoro da sola. Ho studiato e poi aperto il mio e-commerce, che gestisco, in autonomia. Ho iniziato con i primi capi di abbigliamento e con accessori che vendevo in mercatini organizzati da privati. Solo nel 2019, dopo aver seguito un corso, ho aperto il mio e-commerce e i miei canali su Instagram. Ricerco cooperative di donne nel mondo e artigiani. La prima produzione era di 50 capi e il mio primo mercatino privato l’ho proposto a Bergamo: tutto è nato un po’ come un gioco. Sono partita per l’India, ho preso i tessuti, e dal modello di pantaloni che avevo addosso, ne ho creati altri con quelle stoffe, e da lì, una cosa dopo l’altra, sono arrivata a seguire le numerose richieste online, al punto da aprire la vetrina web. Quando le cose si saranno un po’ sistemate, dopo la pandemia, andrò in Cina, alla scoperta di altre ispirazioni creative.

Un consiglio, a chi stenta di credere che “il bello deve ancora arrivare”?

Non bisogna mai pensare il contrario, altrimenti come si fa? Ogni giorno ci può riservare qualcosa di bello, pur tra milioni di difficoltà. Se non pensassimo così, come faremmo a vivere serenamente la nostra vita? Ognuno, però, deve adeguare l’ottimismo alla propria storia personale, non siamo tutti uguali e omologabili. In primis, però, è fondamentale contare sulla buona salute. Se partiamo da questa premessa, abbiamo allora la possibilità di provare a fare ciò che desideriamo, al contrario sarebbe più difficile, se non impossibile. Così, partendo dal presupposto di essere fortunati perché sani, nulla ci deve spaventare, perciò ci si deve buttare, si deve provare ad assaporare la vita.

Chi è

Federica Balestrieri

Federica Balestrieri, giornalista, viaggiatrice, amante della vita e icona di stile, ha fondato il coloratissimo “Dress more with less”, marchio di abbigliamento etico, progettato in Italia e prodotto in tutto il mondo, che propone capi unici fuori dalle logiche imperanti del fast fashion.


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